sábado, 31 de agosto de 2013

Sogno n.59 La zia pittrice anno 2010


Nel mese di Giugno siamo andati in Italia a Casalpusterlengo (LO), per ritirare dei quadri che avevamo lasciato in esposizione e che non erano stati venduti.
Siamo andati poi a Vecchiano (PI) a trovate degli amici e lasciare i quadri, li avremmo ripresi an ritorno, prima di ritornare in Portogallo.
Siamo andati, poi a Roma a far visita a mio padre e a altri parenti e amici.
Uno di questi amici era: Zia Marianicola (sorella di mio padre).
Quando siamo entrati in casa sua, abbiamo visto appesi alle pareti tanti quadri, di varie misure.
Quadri che raffiguravano paesaggi, animali, fiori e persone.
Guardandoli bene, ci accorgemmo che erano dipinti con gli acquarelli.
Una volta salutata la zia, zio Alberto e alcuni cugini, domandammo chi aveva dipinto quei quadri che erano appesi alle pareti.
Zio Alberto disse: « È stata Marianicola, un giorno tornati da Villa, ha preso la matita e i colori di Patrizio e si è messa a disegnare come una zagazzina. Poi su consiglio di Franchino e Pasqualino (che gli hanno comprato i colori), ha cominciato a colorarli con l’acquarello. Ne ha fatti tanti, che tutti i figli li hanno incorniciati e appesi alle pareti delle loro case. »
Rivolgendomi a mia zia, dissi: « Ne hai già venduti alcuni dei tuoi quadri? »
« E chi li compra, sono belli, ma non valgono niente. Uno del palazzo me ne ha comprati un pó senza cornice, a dieci Euro l’uno, ha detto che anche se non valgono niente, a lui piacciono e a noi cento o duecento Euro fanno comodo per comprare la roba da mangiare. »
« Ma questo è un furto, i tuoi quadri valgono molto di più, te lo può dire Maria che li fa anche lei, in Portogallo, esponendoli ad una mostra, ci puoi fare da cinquanta a trecento Euro. »
« Magari, ma non ci credo. »
« Allora facciamo così; quel signore ti da dieci Euro l’uno, io te ne dò venti, poi li portiamo con noi quando torniamo in Portogallo e Maria si metterà in contatto con le varie Gallerie d’Arte, chiedendo di fare una mostra, tutti i soldi che facciamo in più di venti Euro, li dividiamo a metà, ci stai? »
« Ci stò, anche se sono sicura che non li venderete come avete detto voi. »
« Quanti quadri senza cornice, ci puoi vendere? »
« Vediamo un pó, ne avevo messo da parte venti che me li avrebbe venuti a prendere domani, posso levare tutti quelli che sono incorniciati, non sò quanti saranno? Patrizio conta un pó quanti quadri miei che sono appesi. »
Poco dopo Patrizio tornò in cucina.
« Ce ne sono trenta due. »
« Allora trentadue, più venti, fanno cinquantadue, a venti Euro l’uno, fa mille e quaranta Euro. Domani vado in Banca e mi faccio dare Mille Euro, quaranta li ho con me. »
« I quaranta non li voglio, due quadri te li regalo. »
« Ti rngrazio, vedrai che tra non molto riceverai più di mille Euro. »
« Dio lo volesse, ma non ci credo, a me i tuoi venti Euro sono più che sufficienti. »
« Rimaniamo d’accordo così; tutti i quadri che farai, non li venderai più a quel signore, anche se ti desse venti Euro. Se te li volesse dare, chiedene venticinque; sono sicuro che quel signore, i tuoi quadri li rivende a gallerie, facendoci molto di più. A proposito, i quadri non sono firmati, li devi firmare, anche se solo con le iniziali BMN (Bianchi Maria Nicola) perché se non li firmi, un altro pittore più conosciuto ci mette la sua firma e ci fa i milioni e te, solo dieci Euro. Allora cominciamo a firmare questi quadri, poi dovrai sempre firmarli, così non ti possono imbrogliare. »
Il giorno dopo tornammo da zia Marianicola con i mille Euro e ritirammo i quadri.
Zia Marianicola disse che era venuto quel signore e si era arrabbiato molto, dicendo che aveva un accordo con lui e i quadri li doveva dare a lui, non a me.
Zia fu molto contenta di ricevere i mille Euro, come lo fu anche zio Alberto.
Tornati in Portogallo e facendo varie esposizioni, vendemmo tutti i quadri a cinquanta Euro l’uno, mandai con un vaglia postale settecentocinquanta Euro di differenza, chiedendone degli altri a trenta Euro l’uno.
In pochi anni zia Marianicola divenne conosciuta come Maria C. Ventura e i suoi quadri si vendevano da cinquecento Euro in sù.
Così finì il sogno.



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