sábado, 31 de agosto de 2013

Sogno n.55 Il pomodoro gigante anno 2010


Una mattina svegliandomi, dopo essermi lavato e vestito, sono andato in cucina per fare uscire i gatti, a fare i loro bisogni e mangiare l’erba.
Dopo aver aperta la porta che da nel patio, vedo aggrappata alla cima della rete, un grosso pomodoro tipo ciliegia.
Era rotondo come una palla e rosso come un peperone.
Mi avvicinai all’aiuola e vidi che erano cresciute tre piante.
Più che piante, srmbravano alberi.
Ognuno di loro, portava solo un pomodoro.
Gli altri due non erano maturi perché uno era verde e l’altro, tra il verde e il rosato.
Chiamai mia moglie e lei rimase a bocca aperta vedendo quel pomodoro.
« Ma che ai fatto, cosa hai messo nella terra. »
« Niente di speciale, avevamo delle medicine scadute e invece di metterle nel secchione delle immondizie, le ho messe nella terra. »
« Nella terra, ma sei matto, vedi che hai combinato. »
« Che ne sapevo che sarebbe successo questo, è la prima volta che succede. »
« E adesso cosa facciamo? Non possiamo mangiarlo, ci potrebbe far male. »
« Per il momento non ne facciamo niente, poi si vedrà. »
In quel momento usciva di casa il nostro vicino per appendere dei panni e quando vide cosa stava nella rete, disse: « Che cosa è? Pare un pomodoro. »
« Ed è un pomodoro; avevo dei semi che mi avevano portato dall’Italia e li ho messi nell’aiuola per far crescere le piantine, per poi piantarle nel campo. »
« Ma che tipo di concime hai messo nella terra. »
« Non mi ricordo, un tipo l’ho comprato nel consorzio, altro vecchio lo avevo e l’ho messo tutto nella terra prima di mettere i semi. »
« Deve essere stata la mistura a creare questo pomodoro; prima di prenderlo, è meglio farlo vedere a tutti, questo è una cosa rara. »
Anna la figlia di Fernando, chiamò la nonna e poi corse fuori a chiamare le sue amiche.
Poco dopo tutto il paese era venuto a vedere il pomodoro.
Quel giorno non abbiamo avuto pace.
Oltre alla gente del paese, era venuta quella di passaggio e poi i giornalisti della città e la televisione.
La sera al telegiornale, diedero la notizia: « Nel giardino della casa dei coniugi Bianchi e Ventura, è nato il pomodoro più grande del mondo. Non è stato ancora staccato dalla pianta, ma è stato misurato. La sua circonferenza è di 5 metri e 24 centimetri. Chissà quanto peserà. »
Lo mostravano alla televisione, mostrando, noi e la nostra casa.
Per staccarlo dalla pianta, ci vollero venti uomini e l’aiuto di una moto sega.
Fu posto in terra nel patio e poco dopo con la gru di un camion adatto al trasporto di oggetti pesanti, fu messo sopra una pedana di ferro e dopo essere stata sollevata, fu posta sul camion.
Il pomodoro doveva essere abbastanza pesante, perché un volta sollevato, aveva fatto affondare le ruote posteriori del camion nel cemento che ricopriva la stradina che dava accesso, al nostro patio e alla casa del vicino.
Lo portaromo prima a Santarem, poi a Lisbona per analizzarlo.
Noi restammo nella nostra casa a guardare crescere gli altri due pomodori.
Il vicino Fernando dovette segare i rami del pomodoro, perché allungandosi erano andati al suo albero di nespole, rischiando di soffocarlo.
Qualche giorno dopo, venne un professore di botamica per studiare il terreno a volta degli alberi di pomodori.
Stava rimovendo la terra con una zappetta, quando dalla terra uscì un grosso verme.
Era tanto grosso, e tanto lungo, che sembrava un pitone.
Non era un pitone, ma solo un verme da terra.
Cercammo di catturarlo, ma il verme era tanto forte, che non riuscimmo a prenderlo.
Dopo essersi liberato di noi, andò dopo la pianta del papiro e scavando, fece un foro e sparì sottoterra.
Io e maria ci guardammo e poi contemporaneamente, dicemmo: « È sicuro che stiamo ancora nella Terra? »
Poi mi sono svegliato.


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