Era di notte, stavo in
macchina quando vidi una ragazza, tra altre donne di strada, mi accostai al
marciapiede e la chiamai.
Lei si accostò alla
macchina accompagnata da un’altra donna più grande, la quale mi chiese 100 euro
per divertirmi con la ragazzina.
Accettai senza discutere,
pagai il dovuto e la ragazza salì in macchina.
L’altra mi disse di non
allontanarmi troppo perché era responsabile della ragazza.
Invece, come partii, mi allontanai come non
l’avessi sentita.
La ragazza reagì, cercò di aprire lo sportello ma,
era bloccato.
Quando dopo tanti giri,
mi fermai, chiesi alla ragazza quanti anni aveva e perché faceva quella vita.
Mi disse di averne 18 e che
era costretta dal padrasto a prostituirsi e che se non lo faceva erano botte.
Non le credetti per
l’età, ne dimostrava molti meno; le chiesi se avesse avuto la possibilità,
avrebbe smesso?
Mi rispose: « Magari, se
veramente fosse possibile, ma non credo lo sia. »
Domandai se credeva nell’esistenza degli Angeli
custodi.
Disse che da piccola,
quando era vivo suo padre, ne aveva sentito parlare, dopo la sua morte, aveva
smesso di crederci, dopo tutto quello che le era accaduto.
« Se ti dicessi che sono
un Angelo, non mi crederesti, ma se ti fidassi di me, te lo potrei dimostrare.
»
« E come? » disse.
« Cominciamo con andare alla casa dove abito. »
Non potendo fare
altrimenti, o forse fidandosi di me, lasciò che la conducessi dove volevo.
Arrivammo in un
palazzetto e dopo essere entrati, l’affidai a una collega dicendo a Simona che,
era il nome della ragazza di fare tutto quello che le diceva di fare suor
Germana; sarei tornato il mattino seguente.
Sapevo già quello che
sarebbe successo: suor Germana le avrebbe fatto fare il bagno, rivestita con la
biancheria pulita, fatta cenare e accompagnata nella sua camera da letto.
Simona avrebbe curiosato
per la stanza, avrebbe aperto l’armadio e visto tanti vestiti, così anche i
cassetti.
Poi sarebbe andata alla porta e non l’avrebbe
trovata chiusa e nessuna guardia a sorvegliarla.
Poi sarebbe andata a letto e avrebbe dormito come
un angioletto.
Il mattino seguente come
promesso tornai nell’appartamento dove avevo lasciato Simona e facemmo colazione insieme e parlammo del suo
futuro.
Simona mi chiese cosa volevo in cambio; se volevo
fare l’amore.
Le dissi che noi angeli
non pensavamo alle cose terrene, ma a quelle spirituali.
Eravamo stati mandati
sulla terra per aiutare tutti quelli che avevano bisogno di
aiuto, in cambio volevamo
solo il loro bene.
Sempre diffidente Simona, continuava a non
crederci.
Le volli dare una prova.
Le presi la mano e le
misi al polso un braccialetto, non era un oggetto prezioso, era di metallo ma
aveva una proprietà: la rendeva invisibile a chi lei non voleva essere vista.
Per darle una dimostrazione, andammo un pò in
giro, ad un Centro Commerciale e quando le persone la salutavano; era segno che
non le volevano male, quando incontravamo qualcuno che aveva avuto rapporto con
lei e che a Simona non gradiva, quella persona le passava tanto vicina, ma era
come se non la vedesse.
Andammo a pranzo ad un ristorante cinese e come
entrammo, fummo salutati in cinese a cui rispondei in ugual modo; cosa che
lasciò meravigliata Simona.
Le dissi, che noi angeli
conoscevamo tutte le lingue del mondo; in tal modo, potevamo metterci in
contatto con le persone bisognose, senza problemi.
Le raccontai di Chiao Lin: era una come lei,
forzata a prostituirsi.
Chiao Lin pregava il Signore ogni sera di
aiutarla.
Il Signore che, tutto
sente e tutto vede, ebbe compassione di Chiao Lin e mandò un angelo sulla
terra.
Quell’angelo l’aiutò a
uscire dalla Cina con documenti tutti in regola e portata in questo luogo,
l’aiutò ad aprire un ristorante, poi le facemmo conoscere un bravo ragazzo con
cui si sposò ed ebbe tre figli ed ora vivono contenti e felici.
Quell’angelo ero io e
come vedi, siamo rimasti buoni amici, come fratelli.
Simona volle andare a casa sua per salutare la
madre.
Aveva paura di incontrare
il padrasto ma con la speranza che lui non la vedesse, ci andò.
Standole vicino le facevo coraggio.
La madre era sola e fu
contenta di vederla, poi quando Simona le raccontò di me, non la rimproverò di
essere fuggita.
Avrebbe fatto anche lei quello che aveva fatto la
figlia ma, era troppo attaccata ai beni materiali per rinunciarci.
Comunque le augurò una buona fortuna e di non
scordarsi di lei.
Tornammo di sera, nella stessa strada dove ci
eravamo incontrati.
Passando accanto alle
donne, nessuno la vide e nemmeno quella donna che aveva contrattato la vide.
Mentre mi vide e cercò di
convincermi ad accoppiarmi con lei per 40 euro, Simona che era accanto a me, ma
era come se non ci fosse.
Tornammo al palazzetto,
del quale dissi che serviva provvisoriamente alle persone in attesa di una
nuova sistemazione.
Purtroppo il sogno finì
quando mia moglie sentendomi agitato, mi svegliò.
E quando mi riaddormentai, il sogno dell’angelo
non tornò.
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