domingo, 18 de agosto de 2013

Sogno n.12 L'Angelo Custode anno 2006

 
Era di notte, stavo in macchina quando vidi una ragazza, tra altre donne di strada, mi accostai al marciapiede e la chiamai.
Lei si accostò alla macchina accompagnata da un’altra donna più grande, la quale mi chiese 100 euro per divertirmi con la ragazzina.
Accettai senza discutere, pagai il dovuto e la ragazza salì in macchina.
L’altra mi disse di non allontanarmi troppo perché era responsabile della ragazza.
Invece, come partii, mi allontanai come non l’avessi sentita.
La ragazza reagì, cercò di aprire lo sportello ma, era bloccato.
Quando dopo tanti giri, mi fermai, chiesi alla ragazza quanti anni aveva e perché faceva quella vita.
Mi disse di averne 18 e che era costretta dal padrasto a prostituirsi e che se non lo faceva erano botte.
Non le credetti per l’età, ne dimostrava molti meno; le chiesi se avesse avuto la possibilità, avrebbe smesso?
Mi rispose: « Magari, se veramente fosse possibile, ma non credo lo sia. »
Domandai se credeva nell’esistenza degli Angeli custodi.
Disse che da piccola, quando era vivo suo padre, ne aveva sentito parlare, dopo la sua morte, aveva smesso di crederci, dopo tutto quello che le era accaduto.
« Se ti dicessi che sono un Angelo, non mi crederesti, ma se ti fidassi di me, te lo potrei dimostrare. »
« E come? » disse.
« Cominciamo con andare alla casa dove abito. »
Non potendo fare altrimenti, o forse fidandosi di me, lasciò che la conducessi dove volevo.
Arrivammo in un palazzetto e dopo essere entrati, l’affidai a una collega dicendo a Simona che, era il nome della ragazza di fare tutto quello che le diceva di fare suor Germana; sarei tornato il mattino seguente.
Sapevo già quello che sarebbe successo: suor Germana le avrebbe fatto fare il bagno, rivestita con la biancheria pulita, fatta cenare e accompagnata nella sua camera da letto.
Simona avrebbe curiosato per la stanza, avrebbe aperto l’armadio e visto tanti vestiti, così anche i cassetti.
Poi sarebbe andata alla porta e non l’avrebbe trovata chiusa e nessuna guardia a sorvegliarla.
Poi sarebbe andata a letto e avrebbe dormito come un angioletto.
Il mattino seguente come promesso tornai nell’appartamento dove avevo lasciato Simona e  facemmo colazione insieme e parlammo del suo futuro.
Simona mi chiese cosa volevo in cambio; se volevo fare l’amore.
Le dissi che noi angeli non pensavamo alle cose terrene, ma a quelle spirituali.
Eravamo stati mandati sulla terra per aiutare tutti quelli che avevano bisogno di
aiuto, in cambio volevamo solo il loro bene.
Sempre diffidente Simona, continuava a non crederci.
Le volli dare una prova.
Le presi la mano e le misi al polso un braccialetto, non era un oggetto prezioso, era di metallo ma aveva una proprietà: la rendeva invisibile a chi lei non voleva essere vista.
Per darle una dimostrazione, andammo un pò in giro, ad un Centro Commerciale e quando le persone la salutavano; era segno che non le volevano male, quando incontravamo qualcuno che aveva avuto rapporto con lei e che a Simona non gradiva, quella persona le passava tanto vicina, ma era come se non la vedesse.
Andammo a pranzo ad un ristorante cinese e come entrammo, fummo salutati in cinese a cui rispondei in ugual modo; cosa che lasciò meravigliata Simona.
Le dissi, che noi angeli conoscevamo tutte le lingue del mondo; in tal modo, potevamo metterci in contatto con le persone bisognose, senza problemi.
Le raccontai di Chiao Lin: era una come lei, forzata a prostituirsi.
Chiao Lin pregava il Signore ogni sera di aiutarla.
Il Signore che, tutto sente e tutto vede, ebbe compassione di Chiao Lin e mandò un angelo sulla terra.
Quell’angelo l’aiutò a uscire dalla Cina con documenti tutti in regola e portata in questo luogo, l’aiutò ad aprire un ristorante, poi le facemmo conoscere un bravo ragazzo con cui si sposò ed ebbe tre figli ed ora vivono contenti e felici.
Quell’angelo ero io e come vedi, siamo rimasti buoni amici, come fratelli.
Simona volle andare a casa sua per salutare la madre.
Aveva paura di incontrare il padrasto ma con la speranza che lui non la vedesse, ci andò.
Standole vicino le facevo coraggio.
La madre era sola e fu contenta di vederla, poi quando Simona le raccontò di me, non la rimproverò di essere fuggita.
Avrebbe fatto anche lei quello che aveva fatto la figlia ma, era troppo attaccata ai beni materiali per rinunciarci.
Comunque le augurò una buona fortuna e di non scordarsi di lei.
Tornammo di sera, nella stessa strada dove ci eravamo incontrati.
Passando accanto alle donne, nessuno la vide e nemmeno quella donna che aveva contrattato la vide.
Mentre mi vide e cercò di convincermi ad accoppiarmi con lei per 40 euro, Simona che era accanto a me, ma era come se non ci fosse.
Tornammo al palazzetto, del quale dissi che serviva provvisoriamente alle persone in attesa di una nuova sistemazione.
Purtroppo il sogno finì quando mia moglie sentendomi agitato, mi svegliò.

E quando mi riaddormentai, il sogno dell’angelo non tornò.





















                                          

 

Sem comentários:

Enviar um comentário