Tornavamo in aereo dall’Italia, quando dal finestrino che stava sul mio
lato, vidi del fumo e fiamme uscire da un turbo posto sotto l’ala di sinistra.
Feci presente ad una hostes cosa si stava passando.
Lei guardò, poi disse: « Non è nulla da preoccuparsi, è una cosa normale.
Si allontanò dirigendosi verso la gabina di pilotaggio.
Quando tornò disse in varie lingue che c’era un
problema ad un motore; per ogni evenienze, ognuno doveva eseguire le istruzioni
scritte nella cartella posta alla tasca del sedile di fronte.
Una di quelle, era di toglierci le scarpe.
« Io le scarpe non me le tolgo, se dovessimo
precipitare e l’aereo va in mille pezzi, come potremmo caminare scalzi in mezzo
ai pezzi di vetro e ferri. » dissi a mia moglie.
Avevo terminato di parlare quando ci fu una
esplosione e un pezzo di ala si staccò dall’aereo e precipitò nel vuoto.
Subito dopo l’aereo si inclinò e cominciò a
precipitare.
Successe un pandemonio.
Strilli a non finire.
Presi ma mano di mia moglie e le dissi: « Se
dovessimo morire, moriremo insieme e insieme andremo nell’altro mondo. »
Poco prima di cadere in terra, l’aereo entrò in
una perturbazione atmosferica.
Il vento era tanto forte che, l’aereo smise fi
precipitare a vite, ma, si raddrizzò e invece di abbattersi di muso, lo fece di
pancia e di pancia si infilò tra degli alberi di un bosco.
Quando si fermò, cominciò a prendere fuoco.
La pioggia violenta combatteva il fuoco.
Se non ci fosse stata la pioggia, l’aereo avrebbe
bruciato più rapidamente e non ci sarebbero stati superstiti.
Anche se intontito per la botta, ero vivo e
volgendomi verso mia moglie, le dissi slacciandole la cintura: « Vieni,
dobbiamo uscire, l’aereo stà bruciando, prima o poi finirà con esplodere. »
Lei non mi rispose, pensando che fosse svenuta,
cominciai a sollevarla, ma quando vidi che aveva la testa voltata all’indietro,
capii che, le si era rotto l’osso del collo, morendo.
A quel punto, non valeva per me salvarmi, eravamo
legati nella vita e nella morte, sarei morto con lei, mi risedetti, tenendole
la mano aspettando il fuoco.
Mentre stavo seduto sentii dei gemiti, dei
richiami di soccorso.
Prima di morire, dovevo aiutare altri a salvarsi,
così mi alzai e andai alla ricerca di chi aveva bisogno di aiuto.
Presi una bambina e una signora, li accompagnai
fuori e affidandoli a qualcuno, tornai dentro.
Feci dieci salvamenti prima che l’aereo
esplodesse; poi mi trovai nell’altro mondo, dietro ad una fila di persone.
La fila andava avanti, piano, piano.
Alla fine arrivai d’avanti ad un signore con la
barba bianca, che mi disse: « Per quello che hai fatto, non meriti di morire,
tornerai sulla terra. »
« Mi dispiace, ma senza mia moglie non vado da
nessuna parte, con lei, andrò pure all’inferno. »
« Tua moglie non è andata all’inferno ma; nel
paradiso. »
« Mbè! Allora vorrà dire che ci andrò pure io. Io
e lei siamo legati insieme e insieme andremo d’ovunque. »
« Farò uno strappo alla regola, tornerà sulla
terra anche lei. »
Quando aprii gli occhi, stavo su un prato e mia
moglie mi scuoteva.
« Svegliati, è tardi, dobbiamo tornare a casa. »
Meno male che era stato solo un sogno.
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