Avevo bisogno di una calamita per recuperare i chiodi o le viti che mi
cadevano in terra, così decisi di smontare un vecchio altoparlante.
Una volta smontato, presi la parte di dietro e portandola sul pavimento,
l’avvicinai alle vitarelle per prenderle; ma la calamita rifiutava di
prenderle.
Che si passava?
Sapevo che la parte di dietro di un altoparlante è calamitato, ma quella
che avevo smontato, non lo era.
La passai, senza pensarci, dalla mano destra a quella di sinistra e quando
la volli mettere im una scatola, rimase attaccata alla fede d’oro che avevo
nell’anulare della mano sinistra.
Facendo forza la staccai e quando la riavvicinai, mi si riattaccò alla
fede.
La portai a casa, facendola vedere a mia moglie.
Prendendo un ciondolo d’oro lo poggiai su un ripiano e avvicinando piano
piano la calamita, quella attirò il ciondolo che rimase attaccato.
Avevo trovato una calamita che attirava l’oro.
Chissà se c’era oro nel mio campo?
Non potendo stare sempre curvato a terra, legai la calamita allo
spazzolone.
Facendolo passare come se fosse uno sminatore, lo feci girare per tutto il
campo.
Neanche uno spillo (d’oro) trovai.
Non mi diedi per vinto.
Aspettai il momento buono e quando venne (con l’estate), andai al mare.
Per non dare all’occhio, assicurai la calamita sotto il mio sandalo destro
e cominciai a camminare sulla spiaggia.
Al mare, sì che c’era l’oro.
Lo trovai in tante forme: in oggetti persi e in granelli.
Camminare con una calamita sotto un sandalo non era facile, sembrava che
zoppicavo.
Per l’oro valeva la pena smontare un altro altoparlante, così assicurato la
calamita al sandalo sinistro camminavo meglio, anche se non bene.
Tornato a casa smontai le calamite dai sandali, le fissai sotto il carrello
della spesa.
In quella maniera non davo all’occhio.
Quando vedevo cosa avevo trovato, mi fermavo e stendevo la tovaglia che
stava nel carrello e mi ci stendevo sopra e senza farmene accorgere, mettevo la
mano sotto il carrello e scaccavo quello che si era attaccato.
Gli oggetti li mettevo in una borsa, i granelli, in un sacchetto, poi
rimettevo tutto dentro al carrello e ricominciavo ad andare su e giù per la
spiaggia.
La sera vedevo quello che le calamite avevano preso.
C’era un pó di tutto; dalle vecchie monete, ad anelli, orecchini,
collanine, spille, orecchini eccetera eccetera.
L’oro in granelli lo pesavo e segnavo quanto ne avevo trovato quel giorno.
Dopo un mese, tolto le cose che ci volevamo tenere, portammo tutto il resto
a Lisbona, da un nostro amico orefice.
Essendo un orefice onesto, volle sapere la provenienza di quell’oro.
Dissi una bugia.
Lo trovavo grazie al taglia erba che oltre a tagliare l’erba, attirava
l’oro.
Non credo di averlo molto convinto.
Aspettandomi una visita della polizia e della finanza, feci scaricare tre
camion di sabbia di mare nello spazio in cui l’estate montavo la piscina.
Per i vicini curiosi, dicemmo loro che serviva per fare le sabbiature;
raccomandate dal medico.
Continuai come al solito alla ricerca dell’oro sulle spiaggie.
Come era da aspettarsi un giorno ricevemmo la visita della polizia.
Essendo passata l’estate e avendo guadagnato già abbastanza soldi, avevo
smontato le calamite dal carrello e montate sotto un taglia erba che avevo
comprato.
Così quando venne la polizia a domandare la provenienza dell’oro che
avevamo venduto, dissi di averlo trovato nella spiaggia.
Vollero vedere il taglia erba.
Andai nella casetta dove conservavo gli attrezzi e le sementi, prendendo
uno normale taglia erba.
Ne avevo comprati due.
Vollero sapere come facevo.
Misi la cinghia sulla spalla e tirando il cavo di accenzione, lo misi in
modo.
Portai il taglia erba sulla sabbia e oltre a schizzi di sabbia, non tirai
un grammo d’oro, alludendo che l’oro che c’era, l’avevo già trovato.
Mi vollero sequestrare il taglia erba, dicendo di voler scopreire cosa
attirava l’oro.
Mi feci rilasciare una ricevuta e lasciai che portassero via il mio taglia
erba.
Feci passare l’autunno e l’inverno.
Quando era già la primavera inoltrata, andai al posto di polizia a riprendermi
il taglia erba.
Non vollero ridarmelo, dicendo che non avevo la Licenza del Cercatore
d’oro.
Chiesi dove la dovevo richiedere, mi fu detto che dovevo andare alla
Finanza.
Ci andai e quando domandai il modulo per ottenere la Licenza del Cercatore d’oro,
non ce lo avevano; era la prima volta che ne sentivano parlare.
Dato che avevo con me il numero telefonico del posto di polizia, pregai il
funzionario se poteva telefonare e spiegarlo, altrimenti non potevo ritirare il
mio taglia erba.
Dopo aver parlato a lungo e spesso riso, prese un foglio di carta e dopo
averlo riempito con i miei dati, me lo diede.
Nel foglio c’era scritto (tra l’altro) che dovevo versare allo Stato il 10%
del ricavato della vendita dell’oro.
« Ma guarda si che ladri » pensai « Non sanno più dove prendere i soldi dal
popolo.»
Con la licenza nel portafoglio andai a ritirare il taglia erba dalla
polizia e me ne tornai a casa.
Quando cominciò a far caldo, presi la macchina e andai in una spiaggia che
ancora non c’ero stato e dopo essermi messo (a mo di poncho) un cartello su cui
c’era scritto: “ Cercatore d’oro Autorizzato “ presi il taglia erba
(modificato) e portatomi sulla sabbia, cominciai a camminare un lungo e in
largo tenendo in moto il taglia erba e facendo gli stessi movimenti che facevo
quando tagliavo l’erba.
Non passavo inosservato e quando venivo fermato e mi domandavano quello che
facevo, rispondevo dopo aver spento il motore: « Da quando ho scoperto che il
taglia erba oltre a tagliare l’erba, attrae l’oro, sono diventato un cercatore
d’oro. Vi devo però avvertire, per essere un cercatore d’oro avete bisogno di
una Licenza, altrimenti vi sequestrano il taglia erba e l’oro trovato. »
Prendendo la licenza dal portafoglio, la mostravo loro e chinandomi passavo
la mano sotto il taglia erba e se c’era qualcosa, la mostravo.
Qualche settimana dopo, era spesso incontrare altri cercatori e alle loro
domande rispondevo: « Ancora niente, ci deve essere passato uno più fortunato
di noi, comunque non vale la pena desistire, c’è tanta sabbia intorno alla
terra, prima o poi troveremo anche noi l’oro. » e proseguivi per il mio
cammino.
Ogni tanto capitava di incontrare un giornalista fotografo e dopo aver
risposto alle domande mostravo quello che avevo trovato e se mi chiedevano come
mi chiamavo, dicevo il nome che quel giorno mi ero inventato e se mi
fotografavano, lasciavo fare...la mia faccia non era mai quella del giorno
prima.
Un giorno mi stavo domandando: « Come mai le calamite degli altoparlanti
attiravano l’oro? » lo scoprii guardando la copertina di un CD “ Luciano
Pavarotti la voce d’oro “
Poi mi sono svegliato e quando controllai se la calamita dell’altoparlante
attirava l’oro, rimanevo deluso, la calamita attirava solo il ferro.
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