segunda-feira, 2 de setembro de 2013

Sogno n.79 Il cercatore d'oro anno 2012


Avevo bisogno di una calamita per recuperare i chiodi o le viti che mi cadevano in terra, così decisi di smontare un vecchio altoparlante.
Una volta smontato, presi la parte di dietro e portandola sul pavimento, l’avvicinai alle vitarelle per prenderle; ma la calamita rifiutava di prenderle.
Che si passava?
Sapevo che la parte di dietro di un altoparlante è calamitato, ma quella che avevo smontato, non lo era.
La passai, senza pensarci, dalla mano destra a quella di sinistra e quando la volli mettere im una scatola, rimase attaccata alla fede d’oro che avevo nell’anulare della mano sinistra.
Facendo forza la staccai e quando la riavvicinai, mi si riattaccò alla fede.
La portai a casa, facendola vedere a mia moglie.
Prendendo un ciondolo d’oro lo poggiai su un ripiano e avvicinando piano piano la calamita, quella attirò il ciondolo che rimase attaccato.
Avevo trovato una calamita che attirava l’oro.
Chissà se c’era oro nel mio campo?
Non potendo stare sempre curvato a terra, legai la calamita allo spazzolone.
Facendolo passare come se fosse uno sminatore, lo feci girare per tutto il campo.
Neanche uno spillo (d’oro) trovai.
Non mi diedi per vinto.
Aspettai il momento buono e quando venne (con l’estate), andai al mare.
Per non dare all’occhio, assicurai la calamita sotto il mio sandalo destro e cominciai a camminare sulla spiaggia.
Al mare, sì che c’era l’oro.
Lo trovai in tante forme: in oggetti persi e in granelli.
Camminare con una calamita sotto un sandalo non era facile, sembrava che zoppicavo.
Per l’oro valeva la pena smontare un altro altoparlante, così assicurato la calamita al sandalo sinistro camminavo meglio, anche se non bene.
Tornato a casa smontai le calamite dai sandali, le fissai sotto il carrello della spesa.
In quella maniera non davo all’occhio.
Quando vedevo cosa avevo trovato, mi fermavo e stendevo la tovaglia che stava nel carrello e mi ci stendevo sopra e senza farmene accorgere, mettevo la mano sotto il carrello e scaccavo quello che si era attaccato.
Gli oggetti li mettevo in una borsa, i granelli, in un sacchetto, poi rimettevo tutto dentro al carrello e ricominciavo ad andare su e giù per la spiaggia.
La sera vedevo quello che le calamite avevano preso.
C’era un pó di tutto; dalle vecchie monete, ad anelli, orecchini, collanine, spille, orecchini eccetera eccetera.
L’oro in granelli lo pesavo e segnavo quanto ne avevo trovato quel giorno.
Dopo un mese, tolto le cose che ci volevamo tenere, portammo tutto il resto a Lisbona, da un nostro amico orefice.
Essendo un orefice onesto, volle sapere la provenienza di quell’oro.
Dissi una bugia.
Lo trovavo grazie al taglia erba che oltre a tagliare l’erba, attirava l’oro.
Non credo di averlo molto convinto.
Aspettandomi una visita della polizia e della finanza, feci scaricare tre camion di sabbia di mare nello spazio in cui l’estate montavo la piscina.
Per i vicini curiosi, dicemmo loro che serviva per fare le sabbiature; raccomandate dal medico.
Continuai come al solito alla ricerca dell’oro sulle spiaggie.
Come era da aspettarsi un giorno ricevemmo la visita della polizia.
Essendo passata l’estate e avendo guadagnato già abbastanza soldi, avevo smontato le calamite dal carrello e montate sotto un taglia erba che avevo comprato.
Così quando venne la polizia a domandare la provenienza dell’oro che avevamo venduto, dissi di averlo trovato nella spiaggia.
Vollero vedere il taglia erba.
Andai nella casetta dove conservavo gli attrezzi e le sementi, prendendo uno normale taglia erba.
Ne avevo comprati due.
Vollero sapere come facevo.
Misi la cinghia sulla spalla e tirando il cavo di accenzione, lo misi in modo.
Portai il taglia erba sulla sabbia e oltre a schizzi di sabbia, non tirai un grammo d’oro, alludendo che l’oro che c’era, l’avevo già trovato.
Mi vollero sequestrare il taglia erba, dicendo di voler scopreire cosa attirava l’oro.
Mi feci rilasciare una ricevuta e lasciai che portassero via il mio taglia erba.
Feci passare l’autunno e l’inverno.
Quando era già la primavera inoltrata, andai al posto di polizia a riprendermi il taglia erba.
Non vollero ridarmelo, dicendo che non avevo la Licenza del Cercatore d’oro.
Chiesi dove la dovevo richiedere, mi fu detto che dovevo andare alla Finanza.
Ci andai e quando domandai il modulo per ottenere la Licenza del Cercatore d’oro, non ce lo avevano; era la prima volta che ne sentivano parlare.
Dato che avevo con me il numero telefonico del posto di polizia, pregai il funzionario se poteva telefonare e spiegarlo, altrimenti non potevo ritirare il mio taglia erba.
Dopo aver parlato a lungo e spesso riso, prese un foglio di carta e dopo averlo riempito con i miei dati, me lo diede.
Nel foglio c’era scritto (tra l’altro) che dovevo versare allo Stato il 10% del ricavato della vendita dell’oro.
« Ma guarda si che ladri » pensai « Non sanno più dove prendere i soldi dal  popolo.»
Con la licenza nel portafoglio andai a ritirare il taglia erba dalla polizia e me ne tornai a casa.
Quando cominciò a far caldo, presi la macchina e andai in una spiaggia che ancora non c’ero stato e dopo essermi messo (a mo di poncho) un cartello su cui c’era scritto: “ Cercatore d’oro Autorizzato “ presi il taglia erba (modificato) e portatomi sulla sabbia, cominciai a camminare un lungo e in largo tenendo in moto il taglia erba e facendo gli stessi movimenti che facevo quando tagliavo l’erba.
Non passavo inosservato e quando venivo fermato e mi domandavano quello che facevo, rispondevo dopo aver spento il motore: « Da quando ho scoperto che il taglia erba oltre a tagliare l’erba, attrae l’oro, sono diventato un cercatore d’oro. Vi devo però avvertire, per essere un cercatore d’oro avete bisogno di una Licenza, altrimenti vi sequestrano il taglia erba e l’oro trovato. »
Prendendo la licenza dal portafoglio, la mostravo loro e chinandomi passavo la mano sotto il taglia erba e se c’era qualcosa, la mostravo.
Qualche settimana dopo, era spesso incontrare altri cercatori e alle loro domande rispondevo: « Ancora niente, ci deve essere passato uno più fortunato di noi, comunque non vale la pena desistire, c’è tanta sabbia intorno alla terra, prima o poi troveremo anche noi l’oro. » e proseguivi per il mio cammino.
Ogni tanto capitava di incontrare un giornalista fotografo e dopo aver risposto alle domande mostravo quello che avevo trovato e se mi chiedevano come mi chiamavo, dicevo il nome che quel giorno mi ero inventato e se mi fotografavano, lasciavo fare...la mia faccia non era mai quella del giorno prima.
Un giorno mi stavo domandando: « Come mai le calamite degli altoparlanti attiravano l’oro? » lo scoprii guardando la copertina di un CD “ Luciano Pavarotti la voce d’oro “
Poi mi sono svegliato e quando controllai se la calamita dell’altoparlante attirava l’oro, rimanevo deluso, la calamita attirava solo il ferro.

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