segunda-feira, 2 de setembro de 2013

Sogno n.75 La morte apparente anno 2012


Sognai di essere morto.                                                  
Mi trovavo a Roma, a casa di mio padre, quando una mattina fui svegliato da mia moglie.
Volevo domandargli cosa voleva, ma non riuscivo a parlare.
Vedevo mia moglie molto agitata, mi sentivo scuotere.
Ad un dato momento, cominciò a piangere, dicendomi: « Perché sei morto? »
Volevo dirgli: « Ma sei matta per caso, guarda che, sono ben vivo, » volevo fare gli scongiuri; fare le corna, per esempio, ma non riuscivo a muovere le mani.
Avevo gli occhi aperti, vedevo quello che mi stava d’avanti, solo non riuscivo ne a parlare, ne a muovermi.
Dopo non so quanto tempo, vidi mio fratello con la moglie, mia sorella con il marito e i figli, poi vidi i miei figli.
Alcuni piangevano, altri parlavano dei loro affari.
Sentii mio fratello dire: « È morto con gli occhi aperti, sembra che è ancora vivo e ci sta guardando. »
« Certo che sono vivo e vi sto a guardare, solo non riesco a muovermi. »
Venne il medico che mi ascultò con lo estetoscopio, poi disse: « È morto, deve essere stato colpito da un infarto durante la notte. »
Volevo dire: « Ma quale morto, ma quale infarto! Guardate che sono ben vivo, solo non mi posso muovere, tuttalpiù sono paralizato, non morto. »
Passai tutto il giorno a letto, poi qualcuno (certo mia moglie) mi tolse il pigiama e con l’aiuto di mia sorella mi rivestirono.
Dovettero venire quelli delle pompe funebre, perché mi sentii sollevare e mettermi in una cosa dura, di certo, una cassa da morto.
« Un momento, cosa pensate di fare, non mi vorrete mica seppellire vivo? »
Cercavo di muovermi, di gridare, ma non riuscivo a muovermi, ne a parlare.
Mi avevano messo un fazzoletto d’avanti al viso per coprirmi gli occhi.
Anche se non vedevo più chi mi stava d’avanti, vedevo la luce.
Ma quando la luce si cominciò a spegnere, capii che avevano messo il coperchio alla bara e stavano avvitando le viti per fissarlo.
In quel momento successe un miracolo, sentii le mani muoversi, le portai d’avanti a me e feci forza.
Non sollevai il coperchio della bara, ma il lenzuolo che mi copriva.
Durante la notte, per causa del freddo, mi ero coperto la testa e non accorgendomi, mi stava mancando l’aria.
Quando mi svegliai ero tutto sudato, non mi trovavo a Roma a casa di mio padre, ma in Portogallo...a casa mia.

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