segunda-feira, 2 de setembro de 2013

Sogno n.73 La Fiera Esoterica anno 2012


Partecipavo alla fiera esoterica, nelle vesti del mago Fischietto.
Nella fiera, c’era un pó di tutto.
Dai giocolieri, fachiri, mangiatori di fuoco, venditori di erbe e talismani, lettrici di mano o carte, prestiggiatori, illusionisti e maghi.
Già dal primo giorno, nelle vesti di mago, passavo il tempo seduto su una panchina a leggere il giornale.
Era un giornale strano, un’altra persona non lo poteva leggerlo, perché aveva tutti i fogli in bianco.
Dunque, stavo seduto a leggere il giornale.
Ogni tanto venivo interrotto della lettura, con domande per me strane, come: « Scusi, chi è lei? »
« Un mago, vedi, ho anche il vestito da mago. »
« Ho capito, lei è un mago, e come mago, cosa fa? »
« Niente, sto seduto in questa panchina a leggere il giornale. »
« A leggere il giornale, quale giornale? Quello che ha in mano, sono solo dei fogli in bianco. »
« Questo lo dice lei, vede in questo punto c’è una notizia: Un anziano signore uccide la moglie e tre figli perché, secondo lui facevano troppo chiasso. Qui sotto a sinistra: assaltata la oreficeria a Via La Spezia. E a destra: Fiat 1100 si cappotta nella Salaria, tre morti e due feriti gravi. »
Quello rimase impressionato, anche perché era riportato nel giornale di quel giorno; che avevo letto prima di andare alla fiera.
Nel pomeriggio, la stessa persona ripassò e mi vide ancora seduto a leggere il giornale.
Solo che la panchina era era sul lato opposto della strada.
« Ma lei questa mattina non era seduto dall’altra parte della strada e come riuscì a spostare la panchina? »
« Questa mattina mi trovavo dall’altra parte perché c’era il sole, ora che il sole sta da quest’altro lato, l’ho seguito e la panchina non l’ho spostata, perché è una panchina mobile. »
« Cioè come sarebbe? »
« Quella che vedete, non è una panchina qualsiasi, non ha piedi d’appoggio, se vi ci sedete sopra, ve lo spiego meglio. »
Dopo che si era seduto, gli feci sollevare le gambe e preso un bastone, lo feci passare di sotto, facendogli notare che il bastone non toccava in nessun piede.
« Come si fa a reggersi? »
« Con la magia e con la magia, può anche volare. »
Ma lui non volle provare e dopo avermi salutato, andò via.
Non sempre stavo seduto a leggere il giornale, altre volte stavo a cavalcione e con un cartello annunciavo: Panchina volante,
La gente passava, guardava, ma non si fermava, fino a quando arrivò un gruppo di ragazzi e ragazze che cominciarono a fare un sacco di domande.
« Ma sarà vero che vola, perché non ce ne dà una prova? » eccetera eccetera.
« Basta salirci sopra. »
Un pó titubanti, un pó  scherzandici sopra, ci salirono sopra.
Dopo aver controllato che stavano ben messi, dissi loro di tenersi ben stretti l’un l’altro, poi tornando al mio posto dissi: « Siete pronti? Andiamo a farci un giretto. » Ma la panchina non si mosse.
« Su dai, vola! »
La panchina non si mosse e quando i ragazzi cominciarono a ridere e a prendermi in
giro, dissi: « Ho dimenticato di pronunciare la parola magica. » e allargando le braccia dissi: « Abracadabra, cicci e coccò, tre galline sul comò...»
Detto questo la panchina cominciò a sollevarsi un pó, quando vidi che i loro piedi già non toccavano la terra dissi: « Tenetevi forte, si vola! »
I ragazzi cominciarono a strillare, non di allegria, ma di paura.
La panchina era già sulle teste dei visitanti, quando cominciarono a dire: « Fateci scendere, fateci scendere, per favore, fateci scendere.
Dopo aver comandato alla panchina di tornare al suo posto, lei tornò a scendere e si fermò dove era stata prima.
I ragazzi scesero di corsa e borbottando chissà cosa, si allontanarono.
« Li credevo più coraggiosi. C’è qualcuno tra voi che non ha paura di volare? »
Dopo aver parlato un pó tra loro, si presentò una coppia, di certo o fidanzati o solo amici.
Tornato a pronunciare la parola magica, la panchina cominciò a sollevarsi e quando superò le teste dei visitanti, dissi loro: « Sicuri che volete volare? » e dopo aver ricevuto la risposta affermativa, dissi: « Vai! Facci fare un giro sulla fiera. » e lei dopo una impennata, cominciò a volare facendo un giro nella zona della Fiera, tra lo stupore di chi stava di sotto.
Tornati al luogo di partenza, la panchina tornò a scendere e si posò dove era partita.
Quando la coppia scese tra gli applausi dei presenti e amici, dissi loro: « Avete avuto paura? Dite la verità. »
« Solo un poco, all’inizio. Come fa questa panchina a volare? »
« In realtà non è una panchina, ma solo una tavola » e la mostrai pogliendo il panno che la ricopriva.
« È fatta con un legno speciale, proveniente da un paese dove crescono degli alberi a cui le streghe o fate, maghi o stregoni, tagliano i rami per farci delle scope, solo che cavalcare una scopa, a lungo andare, ci si ritrovano le piaghe nel...» indicando la parte di dietro dei calzoni. Da un pó di tempo si sono cominciate a costruire queste tavole che hanno la parte di sopra imbottita, ci si può sedere tranquillamente e leggere il gionale o ascoltare della musica. »
Dopo aver dato quella spiegazione, la gente cominciò ad allontanarsi e dirigersi verso le uscite, perché la Fiera chiudeva per la notte.
Per un pó di giorni continuai a giocare con la tavola volante, poi un giorno decisi di cambiare.
Una mattina mi presentai alla Fiera vestito da arabo e portavo con me un tappeto.
Una volta giunto nel luogo che mi era stato assegnato, stesi il tappeto e su di esso misi un cartello che diceva: Tappeto volante 10 € a giro.
I visitanti passavano, guardavano e proseguivano.
Fino a quando arrivarono dei ragazzi che cominciarono a scherzare: con me e con il tappeto.
Volevano vedere se volava davvero.
Chiesi i 10 € per fare un giro; non li avevano, volevano solo vedere se volava.
Mentre parlavano, ci stavano sopra con i piedi, nonostante dicessi loro che al tappeto non piaceva essere calpestato, loro continuavano a starci.
Con il pensiero dissi la parola magica e il tappeto, di colpo diede uno strattone, facendo capitombolare i ragazzi che andarono via.
Poi arrivarono altri quattro ragazzi meno maleducati.
Volevano sapere se il tappeto volava sul serio.
Le feci sedere con le gambe incrociate poi dissi: « Tappeto vola, vai a fare un giro »
ma il tappeto non si mosse.
« Che ti succede? Ieri ci siamo fatti un giretto. » i ragazzi ridendo tra loro cominciarono ad alzarsi.
« Un momento ora ricordo, manca l’autista. » dicendo questo, mi sedetti d’avanti a loro e detta (con il pensiero) la parola magica, il tappeto cominciò a sollevarsi.
« Tenetevi forte, si vola, attenti a non cadere. »
Quando superò il tetto dei palazzi, dissi loro: « Dove vogliamo andare? »
Poi mi svegliai.   


Sem comentários:

Enviar um comentário