All’nterno del Colosseo era stato montato un palco e sistemati sedili nelle
gradinate frontali e laterali del palco.
La serata era dedicata all’Opera ed erano stati invitati tre tenori: Andrea
Boccelli, Placido Domingos e José Carreras.
L’interno e l’esterno del Colosseo era gremito di gente (anche perché non
si pagava).
Mezz’ora prima che cominciasse il concerto, fu annunciato che José Carreras
non era presente.
Qualcuno del pubblico cominciò a fischiare indignato, seguito poi da altri,
presto ci fu una cacofonia di fischi.
Disturbato da tanti fischi lasciai il mio posto, accingendomi a lasciare il
Colosseo, quando passando vicino al palco sentii qualcuno dire: « Dove lo
troviamo un sostituto a quest’ora? »
Passai al di là del sipario e mi presentai: « Mi chiamo Italo Bianchi e
sono un tenore, se vi posso aiutare, disponete pure di me. »
« Italo Bianchi! Non l’abbiamo mai sentito nominare. »
« È vero! È perché vivo all’estero. »
« Come potete dimostrare che siete un tenore? »
« Volete sentire qualcosa, per esempio O Sole mio. »
Senza l’accompagnamento dell’orchestra cominciai a cantare.
Cantai così bene che...i fischi si andarono affievolando, fino a cessare
del tutto, alla fine del brano, fui applaudito sia dal pubblico che dai due
tenori e dal direttore.
Prima dell’inizio del concerto, il direttore annunciò i tre tenori.
Fu una lunga e bella serata, in mezzo a Placido Domingos e Andrea Boccelli,
mi sentivo un José Carreras.
Quando mi svegliai ero afonico.
Anche se avevo sognato, il sogno doveva essere quasi reale che per il tanto
cantare, la voce se ne era andata.
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