quarta-feira, 17 de novembro de 2010

Sogno n.4 Il pellegrinaggio a Santiago di Compostella anno 2006

 Il sogno mi venne, dopo aver letto il libro in portoghese “ O DIÁRIO DE UM MAGO “ de PAULO COELHO.
Parlava di un pellegrinaggio fatto da un personaggio che veniva dal Brasile e iniziava il Cammino di Santiago partendo da Saint-Jean-Pied-dePort (Francia).
Io avrei iniziato il Cammino, partendo da Vale de Figueira (Santarém) Portogallo.
Non sapevo quanti chilometri sarebbero stati, ne quanti giorni avrei camminato e se ce l’avrei fatta ad arrivare a Santiago.
La volontà c’era, il coraggio pure...
Aspettai fino a quando Maria non doveva andare a Lisbona per le prove di canto, poi avuto il consenso di lei, mi preparai per la grande avventura.
Giunto il giorno della partenza, salutai Maria con un bacio e ricordando tutte le sue raccomandazioni (di telefonarle tutte le sere e se ci fosse un imprevisto), mi caricai lo zaino sulle spalle e mi incamminai verso il paese vicino (Pombalinho).
Lo zaino era più pesante di come lo avevo preparato il giorno prima; chissà quante cose ci aveva messo Maria, alla prima sosta, ci avrei dato un’occhiata.
Non seguivo il cammino indicato, me ne andavo per conto mio; quando cominciai a sentire fame, procurai un ristorante dei camionisti, dove avrei speso poco.
Trovatolo, entrai e lasciato lo zaino in un angolo, mi sedetti ad un posto libero.
Avvicinandosi il padrone, mi domandò se ero un turista, risposi che ero un pellegrino, mi chiese, se andavo a Fátima, risposi, che ci sarei passato, ma che la mia meta era Santiago de Compostela.
Rimase sorpreso della mia risposta; guardandomi e vedendo che non ero giovane, mi domandò se ce l’avrei fatta, risposi: « Con l’aiuto del  Signore, di certo ».
Mi chiese cosa volevo mangiare, chiesi solo una zuppa e del pane.
Oltre alla zuppa mi portò della carne con patate.
Cercai di rifiutare la carne per non spendere molto, disse: « È offerta della casa ».
Ringraziai e quando ebbi finito, per ringraziare, gli diedi una Ferratella (dolci da me fatto), dicendogli che era stata fatta da me prima di partire.
L’accettò dicendo, che l’avrebbe data a suo figlio che stava a casa ammalato.
Ripresi il cammino.
La notte mi sorprese in un paese.
Chiesi ospitalità per la notte, dopo aver chiesto a varie case, fui accettato; solo che mi dovevo arrangiare vicino all’ingresso.
Dallo zaino presi il sacco a pelo, mi ci infilai dentro, usando lo zaino per cuscino, mi addormentai subito; si vede che ero stanco.
L’indomani per ringraziare, offrii una Ferratella  e ripresi il cammino.
Ad ogni sosta che facevo, se dovevo pagare quello che chiedevo, non davo nulla; se invece mi era offerta, ringraziavo con una Ferratella.
Non sò quanto camminai, sò che i giorni passavano.                                            1
Ogni sera telefonavo a Maria raccontandogli quello che avevo fatto quel giorno.
Una sera Maria mi disse che stavano succedendo delle cose strane in Portogallo,
C’era gente che diceva essere guarita dopo aver mangiato non sapeva cosa.
Non ne sapevo nulla, non avevo tempo di vedere la televisione ne leggere i giornali, avevo altro da pensare.
Ci salutammo augurandoci la Buona Notte.
La sera seguente al richiamare Maria, lei mi disse: « Una signora era guarita dopo aver mangiato un biscotto offertogli da un pellegrino straniero ».
Risposi che sicuramente era un Santo travestito da pellegrino e andava in giro a fare miracoli.
Il giorno seguente, fui fermato; mi chiesero se ero quello che dava biscotti miracolosi? Risposi di nò! Non avevo biscotti, solo un pò di pane.
Non parlai delle Ferratelle.
Ad ogni chilometro o anche meno che facevo, ero fermato.
Volevano sapere, ed alcuni non credendo alle mie parole, volevano vedere dentro lo zaino.
Che fatica cominciava ad essere quel pellegrinaggio.
Ora non davo più Ferratelle quando mi offrivano da mangiare o da dormire; mi limitavo a ringraziare e prosseguivo il cammino.
La sera telefonando a Maria, chiedevo notizie dei miracolati.
Sembrava che, erano finiti i miracoli.
Cercando di non farmi sentire, gli dissi delle Ferratelle.
Maria che di un miracolo, ne aveva bisogno: guarire il mal di schiena, disse: « Se le Ferratelle fanno miracoli, vedi di conservarne una per me ».
Dissi che il giono dopo avrei offerto una Ferratella ad un bisognoso e poi avremmo visto alla televisione cosa era successo.
Così feci.
Ad un mendicante dissi di non aver soldi, ma potevo dare una Ferratella che mi era stata data da un pellegrino, alto con i capelli biondi; di certo un tedesco.
La sera telefonando a Maria, venni a sapere che, si cercava un pellegrino: alto e biondo  di origine tedesca.
Così scoprimmo; erano le Ferratelle a fare i miracoli.
Cosa era successo?
Ormai il mio pellegrinaggio si poteva dire finito.
C’era troppa gente a fermarmi, come anche ad altri pellegrini; che potevo fare? Lo zaino non lo potevo gettare via, con tutto quello che c’era dentro, come lo potevo nascondere?
La sera, chiesi ospitalità ad un convento.
Fui accolto, non mi fecero domande.
Mi dettero da mangiare e un letto per dormire.
Non sapevo come ringraziare.
Avevo ancora delle Ferratelle, le avrei offerte e poi che sarebbe successo?
La notte non riuscii a dormire, troppi pensieri mi assillavano, mi ero dimenticato di telefonare a Maria; chissà come stava in pensiero.
Il mattino seguente per prima cosa gli telefonai, scusandomi e raccontando degli
ultimi avvenimenti dicendogli dove stavo in quel momento.
Stavo a cento chilometri da Santiago, e non sapevo come uscire dal convento.
S’era sparsa la voce, di aver visto un pellegrino entrare nel convento e si era radunata una grande folla di curiosi e giornalisti.
Mi avvertirono che il Priore mi voleva parlare.
Mi recai dal Priore e lui, guardandomi negli occhi, mi disse: « Sei tu quello che fa miracoli ».
Dissi di non saperne niente; mi limitavo a pregare il Signore per darmi la forza di camminare e ringraziavo con una Ferratella (che mostrai) a chi mi faceva del bene.
Non ero un Santo, di certo da come mi vedevo, non sarei andato in Paradiso; non capivo quello che era successo: di certo dissi: era di certo opera del Signore.
Chiesi come potevo preseguire il viaggio, disse di non pensarci.
Avrei assistito alla messa, avrei fatto colazione e mi sarei rimesso in cammino.
Chiesi cosa facevo con quelli che mi aspettavano fuori del convento?
Disse di non pensarci, di certo mi avrebbe aiutato il Signore.
Assistito alle funzioni religiose, feci colazione insieme agli altri frati e con le gambe che tremavano, mi avviai verso il portone.
Il Priore di persona mi venne ad accompagnare.
Dopo averlo salutato, uscii dal convento e feci come mi si era detto: camminai come se fuori non ci fosse nessuno.
Nonostante ci fosse tanta gente, passai tra loro e proseguii il cammino.
Successe come se loro non mi avessero visto; come se fossi divenuto invisibile.
Poi mi svegliai. 







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